sabato 25 novembre 2017

CASO FANESI, URGE GIUSTIZIA E VERITA’.


Tifosi della Samb chiedono giustizia per il loro compagno.
Luca Fanesi ha 44 anni, due figli e vive a San Benedetto del Tronto; domenica 5 novembre 2017 è a Vicenza, dove  la squadra locale e la Sambenedettese (squadra della città dell’uomo) si affrontano in una partita valevole per il Campionato di Serie C.

Finita la partita accadono molte cose, alcune chiare, altre meno; la cosa certa è che verso le 17 le tifoserie di Vicenza e Samb vengono a "contatto" e ad intervenire tra le fazioni arriva la Polizia, da quel momento in poi iniziano ad accadere cose tutt’oggi poco chiare.

Secondo la ricostruzione della Digos di Vicenza, Luca Fanesi avrebbe sbattuto due volte la testa contro un cancello, mentre stava tornando di corsa verso i furgoni della tifoseria marchigiana. Dopo il primo colpo, quindi, si sarebbe rialzato ma subito dopo avrebbe urtato una seconda volta contro lo stesso cancello. Mancherebbero, però, alcuni frammenti temporali dalle riprese delle telecamere di sorveglianza e della Scientifica, per cui dalla questura di Vicenza è partito un appello per far emergere testimonianze o filmati. Appello condiviso dalla famiglia di Luca Fanesi e dalla maggior parte del movimento ultras italiano ed europeo.

Secondo alcuni ultras inoltre ci sarebbero tre ragazzi di San Benedetto che avendo visto tutto sarebbero pronti a testimoniare; seguendo la loro versione un camioncino della Celere, con una decina di poliziotti a bordo, è intervenuto solo dopo che il contatto tra le due tifoserie era avvenuto senza fermare nessuno ma solo manganellando, intervenendo quindi senza nessuna utilità, in tutto ciò Luca è stato visto a fianco del mezzo e poi a terra. Affermano anche di aver visto una polizotta della Digos con una telecamera ma solo in un secondo momento, quando tutto era finito.

Intanto Luca è su un letto di un ospedale, ne parla così il fratello, Max Fanesi:

“Mio è sempre grave. Mercoledì scorso insieme al nostro legale abbiamo presentato una querela-denuncia contro ignoti perché la dinamica di ciò che ha portato Luca in queste condizioni non ci è chiara. Alla dottoressa del pronto soccorso ha infatti detto al suo arrivo di essere stato manganellato, ma allo stesso tempo la Questura dice che ha un filmato in cui si vede che è caduto. Se c’è una testimonianza del genere ben venga, perchè così saremo più certi su ciò che è accaduto. Ma la dinamica e le ferite riportate ci fanno nutrire grossi dubbi. Al momento si stanno svolgendo le indagini e lasciamole fare a chi di dovere. Per quanto riguarda le condizioni fisiche di mio fratello, è ancora in coma. Ci attacchiamo al suo minimo movimento, cercando di interpretarlo positivamente ma ancora non abbiamo notizie concordanti dai medici. Mi preme, comunque, sottolineare la solidarietà avuta dal mondo ultras. I ragazzi di Vicenza, sin dal primo giorno ci sono vicini ma poi presso la sala d’attesa della rianimazione dell’ ospedale di Vicenza altre tifoserie si sono presentate. Ieri, ad esempio, sono venuti alcuni rappresentanti del Verona e della Juventus”.

Occorre interrogarsi quanto prima su questa storia e rilanciare la necessità che i poliziotti italiani in servizio abbiano un numero identificativo che ne favorisca il riconoscimento in caso di problemi.