Tifosi della Samb chiedono giustizia per il loro compagno. |
Luca Fanesi ha 44 anni, due figli e
vive a San Benedetto del Tronto; domenica 5 novembre 2017 è a Vicenza,
dove la squadra locale e la Sambenedettese
(squadra della città dell’uomo) si affrontano in una partita valevole per il
Campionato di Serie C.
Finita la partita accadono molte
cose, alcune chiare, altre meno; la cosa certa è che verso le 17 le tifoserie
di Vicenza e Samb vengono a "contatto" e ad intervenire tra le
fazioni arriva la Polizia, da quel momento in poi iniziano ad accadere
cose tutt’oggi poco chiare.
Secondo la ricostruzione della Digos
di Vicenza, Luca Fanesi avrebbe sbattuto due volte la testa contro un cancello,
mentre stava tornando di corsa verso i furgoni della tifoseria marchigiana.
Dopo il primo colpo, quindi, si sarebbe rialzato ma subito dopo avrebbe urtato una
seconda volta contro lo stesso cancello. Mancherebbero, però, alcuni frammenti
temporali dalle riprese delle telecamere di sorveglianza e della Scientifica,
per cui dalla questura di Vicenza è partito un appello per far emergere
testimonianze o filmati. Appello condiviso dalla famiglia di Luca Fanesi e dalla
maggior parte del movimento ultras italiano ed europeo.
Secondo alcuni ultras inoltre ci
sarebbero tre ragazzi di San Benedetto che avendo visto tutto sarebbero pronti
a testimoniare; seguendo la loro versione un camioncino della Celere, con una
decina di poliziotti a bordo, è intervenuto solo dopo che il contatto tra le
due tifoserie era avvenuto senza fermare nessuno ma solo manganellando,
intervenendo quindi senza nessuna utilità, in tutto ciò Luca è stato visto a
fianco del mezzo e poi a terra. Affermano anche di aver visto una polizotta
della Digos con una telecamera ma solo in un secondo momento, quando tutto era
finito.
Intanto Luca è su un letto di un
ospedale, ne parla così il fratello, Max Fanesi:
“Mio è sempre grave. Mercoledì scorso
insieme al nostro legale abbiamo presentato una querela-denuncia contro ignoti
perché la dinamica di ciò che ha portato Luca in queste condizioni non ci è
chiara. Alla dottoressa del pronto soccorso ha infatti detto al suo arrivo di
essere stato manganellato, ma allo stesso tempo la Questura dice che ha un
filmato in cui si vede che è caduto. Se c’è una testimonianza del genere ben
venga, perchè così saremo più certi su ciò che è accaduto. Ma la dinamica e le
ferite riportate ci fanno nutrire grossi dubbi. Al momento si stanno svolgendo
le indagini e lasciamole fare a chi di dovere. Per quanto riguarda le
condizioni fisiche di mio fratello, è ancora in coma. Ci attacchiamo al suo
minimo movimento, cercando di interpretarlo positivamente ma ancora non abbiamo
notizie concordanti dai medici. Mi preme, comunque, sottolineare la solidarietà
avuta dal mondo ultras. I ragazzi di Vicenza, sin dal primo giorno ci sono
vicini ma poi presso la sala d’attesa della rianimazione dell’ ospedale di
Vicenza altre tifoserie si sono presentate. Ieri, ad esempio, sono venuti
alcuni rappresentanti del Verona e della Juventus”.
Occorre interrogarsi quanto prima su
questa storia e rilanciare la necessità che i poliziotti italiani in servizio
abbiano un numero identificativo che ne favorisca il riconoscimento in caso di
problemi.
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