sabato 31 ottobre 2015

IL PIBE DE ORO: SUA MAESTA' MARADONA.


Ieri era il compleanno del  calciatore che la stragrande maggioranza della popolazione mondiale reputa il più forte di sempre; e forse sarebbe giusto che almeno per un giorno non si parlasse del Diego “uomo” ma solo di “calciatore”… Sarebbe sicuramente bello ma non si può, anche perché parlare di Maradona senza parlare di droga; di strane amicizie napoletane; di figli di cameriere non riconosciuti; di pallini sparati per scacciare i giornalisti; di quintali di peso presi, persi, riguadagnati e ripersi e di idee politiche contorte;  non sarebbe giusto e rispettoso per il personaggio.

Maradona ha il proprio fascino anche in queste cose; nelle continue contraddizioni che erano diventate ormai normali, tipo l’anticapitalismo esasperato che sbandierava da giovane che oggi ha lasciato il passo ad una vita di ricchezze che ricorda quella di un cafone arricchito; perché Maradona ha avuto un rapporto difficile con tutto;  dai giornalisti, spesso aggrediti e scacciati con fucili, pugni e cinte, fino alla droga, in particolare alla cocaina che lo ha trasformato da legenda ad un tossico ingrassato e violento.  

Ma come ho già detto molte delle sue scorrettezze sono diventate col tempo eroiche anche più di gesti eroici (questi veramente) fatti da gente che magari aveva dei principi morali ben più saldi di Diego (non è difficile, basta non drogarsi, non sparare con un fucile in luogo pubblico, non avere legami mafiosi o magari fare solo una o due di queste cose ma non tutte insieme); un esempio di eroicità al contrario è la “MANO DE DIOS ”,  un gol segnato letteralmente di rapina ai Mondiali del 1986 agli odiati inglesi, che solo quattro anni prima avevano umiliato l’Argentina nella guerra delle Falkland o Malvinas (come sosteneva il nostro eroe); ecco, quel gol per Diego è stato il più importante della sua vita, anche più di quello segnato solo mezzoretta dopo quando, partendo da centrocampo, salta mezza Inghilterra e fa un gol che è considerato il più bello di sempre; perché per Diego il primo gol, quello segnato in maniera scorretta “ripagava” il popolo latino della sonora sconfitta bellica di quattro anni prima.

Considerata l’ultima frase sembrerebbe che Maradona sia stato un uomo patriottico e vendicativo, insomma un uomo “di destra” ; in realtà Diego si è sempre professato comunista e soprattutto anti-capitalista e anti-americano (come più o meno ogni uomo povero dal Texas in giù); anche sulle idee politiche del “Pibe de oro” si potrebbe (come avete già capito) parlare a lungo, ma anche in questo le idee di Diego se pur poche e confuse hanno rappresentato e rappresentano ancora oggi un ideale fondamentale per i giovani poveri di tutta l’Argentina, anche perché Maradona sarà stato contradditorio in gran parte delle cose che ha detto e fatto, ma in una è stato fermo e deciso: “Combattere sempre e con ogni mezzo il padrone che ti vuole opprimere”.

Proprio su quest’ultima frase si è costruita la storia d’amore più bella che il calcio abbia mai allacciato: l’amore tra il Pibe de Oro e Napoli; Napoli come sappiamo tutti è una realtà contradditoria, una realtà che ha sempre subito la forza (talvolta oppressiva) del Nord Italia e delle città più rappresentative di essa come Milano o Torino; proprio per questo Napoli era l’oppresso e Maradona è stato l’eroe (spesso al contrario) che ha ribaltato la situazione, portando a Napoli lo scudetto che prima di lui ( e dopo) era una prerogativa delle squadre del Nord, ecco perché Maradona è un Dio, attorno al quale  negli anni successivi sarebbero diventati gli adepti di una sorta di religione pallonara, il MARADONISMO.

Vi chiederete perché Platini, Van Basten o Ronaldo non siano diventati la stessa cosa per Torino e Milano; il primo motivo è ovviamente il fatto che le città padane non siano Napoli e i padani non siano i napoletani; volete comparare l’amore viscerale di un napoletano con quello di un nordico?!, la seconda, e secondo me più interessante, è il fatto che per Napoli il Napoli (squadra calcistica) non sia una semplice passione, ma una rivincita sociale (forse l’unica) che abbia mai avuto verso il Nord.

Per chiudere vorrei dire, che per fortuna, nella nostra mente è scolpito indelebilmente un altro Maradona, quello del gol del secolo, delle letali punizioni di sinistro, dei dribbling, del gioioso e implacabile Napoli di fine anni Ottanta. E quello, per fortuna, non potrà togliercelo nessuno. Mai.

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